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I nuovi padroni del denaro

I nuovi padroni del denaro

Alberto Ferrucci
pubblicato su Città Nuova N. 17/2008link.gif

La competizione per l'energia sembra scuotere ogni trent'anni le sorti del pianeta: sessanta anni fa una delle ragioni della sconfitta nazista è stato l'incapacità ad impadronirsi del petrolio del Caspio: trenta anni fa la crisi iraniana orientava l'industria occidentale verso produzioni a basso consumo energetico: purtroppo il successivo basso  prezzo del petrolio incoraggiava i consumi privati occidentali fino al presente  scioglimento dei ghiacci del polo.
Adesso si è raggiunto il limite massimo della produzione di petrolio e sono i cittadini dell'occidente, che dovranno consumare meno, visto che al tavolo dello sviluppo si sono aggiunti altri avventori.

Gli aumenti di prezzo comportano grandi trasferimenti di capitali: trenta anni fa i paesi arabi non potevano che affidarli alle banche di New York e Londra, che li avrebbero imprestati per creare infrastrutture o realizzare sogni di potenza dei paesi emergenti,  spesso in progetti antieconomici che avrebbero provocato i famosi debiti ancora condizionano lo sviluppo del terzo mondo.
Oggi però chi riceve queste nuove valanghe di denaro li concentra nei "fondi sovrani": esistono fondi sovrani russi, cinesi, libici, di Singapore e  degli emirati arabi ed anche il fondo pensione della Norvegia, ricco di 340 miliardi di dollari.
Vista la possibilità di muovere enormi capitali, questi, utilizzando la finanza speculativa inventata in occidente, hanno il potere di amplificare nel bene e nel male qualsiasi evento economico o politico: però in fondo essi diffidano delle ricchezze di carta e cercano di trasformarle in qualcosa di più solido, così acquistano industrie e soprattutto le grandi banche che stanno affondando nelle perdite che il loro sconsiderato comportamento, dimentico del loro compito sociale, ha creato.  
I risparmiatori devono esser grati ai fondi sovrani che stanno puntellando un sistema   che potrebbe travolgere non solo l'economia virtuale ma anche quella reale. Che cambierà quando essi saranno i nuovi padroni? Le banche centrali, europea ed americana, potranno sempre stabilire il costo del denaro, ma sembra un po' poco, in una situazione simile a quella di un veliero sospinto da un vento impetuoso, con un timone troppo piccolo per governare.
Non è certo la finanza occidentale che può fare la morale ai nuovi arrivati: una qualche speranza viene proprio dai gestori di questi fondi, come ad esempio quello norvegese, orientato ad investire solo in quelle aziende socialmente responsabili, che danno garanzie di rendimenti nel lungo termine. Che sia la fine della finanza mordi e fuggi?
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